| *Fiera_Delle:Cicatrici* |
| | Il Respiro Di Te
Se nei sogni tu ci credi fino in fondo Credici che prima o poi Si avvererà
E sento nel vento Il respiro di te Io porterò in tutto il mondo I tuoi occhi Ancora vivi dentro me Perchè non muoiano mai E mentre sale il tramonto va giù Io voglio dirti che sento nel vento Il respiro di te
Perchè non muoiano mai E mentre sale il tramonto va giù
Io voglio dirti che sento nel vento Il respiro di te
Il respiro di Te - Barbara Montecucco. Introduzione: Se potessi..Soltanto per un attimo... baciarlo. Ma non poteva. O meglio... non era proprio Bonnie a non poterlo fare. Ma Elena che glielo avrebbe sconsigliato, Meredith che glielo avrebbe impedito, Stefan che non sarebbe stato d'accordo e Matt che ne sarebbe morto...Magari durante un attacco, che si sarebbe rivelato suicida, nei confronti di Damon. Damon. Chissà se a Damon dispacerebbe così tanto un bacio da parte mia. Dopotutto, un bacio non significa per forza che si è innamorati. Il fatto che Bonnie non fosse l'amore della sua vita, non vuol dire che Damon non potesse trovarla bella o..affascinante. Bonnie sorrise, come se si prendesse in giro da sola. Affascinante? Io? Io sono quella che tiene la borsa. Ho avuto si, qualche ragazzo carino ma.. io non sono affascinante. Sembro una mocciosa.. Al massimo posso sembrare carina. Non di certo bella. Uff!. Bonnie si prese la testa tra le mani. Era seduta sul portico del pensionato. Ed era sola. Elena stava ..facendo qualcosa con srefan, non sapeva cosa e sinceramente le interessava. Aveva altri pensieri per la testa. Meredith era partita. Con Alarìc, che era il nerd più figo che Bonnie avesse mai conosciuto. E Mutt...Oh Cavolo! Aveva davvero detto Mutt invece che Matt?! Spaventoso! Stava decisamente passando troppo tempo con Damon! Non che se ne rammaricasse. Da quando Damon era diventato un umano, la loro vita era decisamente cambiata. Si, quella di entrambi! Elena non aveva certo tempo per spiegare a Damon come si faceva ad essere umano! Questo però era un commento un po' troppo pungente per essere di Bonnie, infatti era di Damon. L'aveva detto lui, che scordandosi di non essere più impenetrabile come un tempo,aveva mostrato appieno i suoi pensieri e la sua aurea alla streghetta. Era stata lei a insegnargli a mangiare, o meglio a deglutire. A grattarsi se sentiva prurito, a non fare più affidamento su poteri vampireschi che non aveva più! Sembrava rinato, e ad un nuovo bambino devi insegnare tutto. Bonnie sentì una risata che rompè il flusso dei suoi pensieri. Era una risata calda, morbida, che ricordava un caminetto con fuoco acceso la notte di Natale. Era questa le sensazioni che Bonnie provava ogni volta che Damon rideva. Da vampiro, apparta il fatto che rideva una volta ogni morte di papa, quando rideva, c'era sempe l'influsso del potere, che rendeva quella risata terrificante oltre che meravigliosa e quasi orgasmica. Bonnie vide Damon arrivare accanto a Sage, ridevano e scherzavano. "Bon Jour, Cheriè" disse Sage e si chinò dall'alto della sua statura, a baciare la mano alla streghetta. "Buon giorno" rispose Bonnie. Damon si guardava in giro. "Se cerchi Elena, è uscita con Stefan, ma non so dove sono andati". Forse sembrò più acida di quanto volesse dimostrare, perchè Damon si voltò immediatamente verso Bonnie, con uno sguardo molto sorpreso. Ma Bonnie era già in piedi su per le scale, decisa ad entrare. Sage si schiarì la voce, guardando Damon,e lui gli restituì un'occhiataccia come per dire "cosa ti aspetti che faccia? che me ne importa?". Quando Bonnie fu dentro, la signorina Flowers le chiese se le andasse di suonare. Ma .. ma... come faceva a sapere la signorina Flowers che quando era piccola Bonnie aveva amato il piano forte? E come faceva a sapere che era quello di cui aveva davvero bisogno, se nemmeno Bonnie non aveva idea di come riuscire a sfogarsi? In effetti quella del piano era un''idea geniale. Ma era sicura di non aver mai visto piani al pensionato. "E' nel vecchio capanno. Una volta suonavo, ma ora non più. Ti andrebbe di utilizzarlo tu, mia cara? Sarebbe un vero spreco lasciarlo marcire la sotto" spiegò la signorina Flowers. Bonnie annuì e si precipitò al di fuori della casa, passando tra Sage e Damon che rimasero sconvolti. La piccola Bonnie correva come un fulmine, e nel mentre alzava un poverone. In pochi secondi arrivò al capanno e aperto quello, si mise a cercare il piano. Quando lo trovò e levò il lenzuolo che lo copriva, le venne quasi da piangere. Era un pianoforte a coda, nero, impolverato, con i tasti rovinati, ma con tutte le corde tese e pronte a vibrare. I tasti c'erano tutti, e il sellino era rovinato ma si poteva ancora utilizzare. Era antico e bellissimo. Seduta premette qualche tasto. Poi una piccola sequenza. Poi inziò la magia. Una magia bianca e pura che la trasportava in un mondo diverso fatto di note e di accordi. Una scala musicale, qualche accordo, e la magia si rianimava. Bonnie si sentiva benissimo, in mezzo a tutta quella musica. Era una musica triste, sofferente, ma che in qualche modo riusciva a far sentire Bonnie meglio. Forse perché con qualcuno si stava sfogando, anche se non era un essere vivente, ciò che stava suonando respirava molto più di lei. Non si era accorta di Elena e Stefan che erano accorsi a sentirla suonare, che si tenevano per mano e si strignevano, come se quella melodia li riportasse a ricordi lontani. Bonnie non si era accorta di Sage che era appoggiato ad una parete e che con gli occhi chiusi, si era perso nella sua mente, pensando a tutto ciò che aveva passato. Bonnie si era accorta che qualcuno la fissava, era uno sguardo quasi omicida. Ma bellissimo. Era lo sguardo più bello del mondo. E non solo perché era lo sguardo di lui, ma anche perché gli occhi di Damon non lasciavano trasparire alcuna emozione. Se non fosse stato per una lacrima che gli ragava il viso, sarebbe parso perfino arrabbiato.so che è una boiata stramegalattica questa ma è solo la prima di una lunga serie perciò preparatevi.
| | |
| |
|