Buonasera carissime, sono riuscita a riappropriarmi il pc per 10 minuti (ardua impresa in casa mia XD).
Ed ecco a voi la seconda parte, premetto che aggiungerò il resto un pò alla volta:
1. perchè lo stò passando sul pc un pò per volta
2. perchè sono sadica XD.
PS:Vampire_Inside.95 io sono Sonia è un piacere conoscerti
All’esterno, c’erano due ombre scure chinate su qualcosa di rotto e immobile sul terreno.
“Vedi?” disse uno con voce gutturale. “ E’ meglio venire dove le linee del Potere incrociano il terreno. La carne è più dolce.”
“ Vedo,” disse il secondo, e la sua voce era marcata perché la sua bocca era piena di… di qualche cosa. “ Le linee di Ley danno Potere alla forza vitale umana.”
“ Carne dolce – e ce n’è una più dolce che ci attende là dentro,” ridacchiò la voce gutturale. “ Conosco tutte le regole di questa biblioteca. La piccola rossa deve venire fuori prima che faccia mattina.”
C’era un suono assillante. “ Dopo queste uccisioni dovremo andare via”, bisbigliò la seconda voce. “ Ci cacceranno con i cani; troveranno il nostro profumo.”
“ Non lo faranno”, rispose la voce gutturale. “ Loro possono trovare il nostro profumo ma io ho comprato un erba che confonderà i cani. E’ molto semplice – spruzzeremo un forte profumo in mezzo una folla. Successivamente ognuno camminerà nella pozione – e il naso del cane entrerà in confusione.”
La voce marcata si lasciò scappare una risata stridente. “ Lo dovresti sapere, fratello! Dovresti conoscere i cani!”
“ Ora sta zitto e lasciami mangiare in pace. Dovremo spostare la macchina fra non molto. E’ evidente.”
La voce marcata si zittì. Il suo proprietario non volle dire di provare disagio – preoccupazione – nella sua testa.
Sarebbe stato stupido. Loro erano lupi mannari che vagavano liberamente nel mondo umano, in una città dove nessuno sapeva di loro, nessuno aveva motivo di temerli, e soprattutto, nessuno aveva ragione di sospettare quello che erano realmente.
Erano invincibili.
Nonostante il lusso di poter affondare le dita dei piedi nel pelo del suntuoso tappeto ( proprio sotto al segnale che diceva LE SCARPE DEVONO ESSERE SEMPRE PORTATE) , Bonnie sentiva un disagio che non andava via.
Non sapeva cos’era. Sapeva – lo poteva in qualche modo percepire – che non c’era nessuno in biblioteca. Ma, nella sua testa, era inquieta.
Nella sua testa - hey, cos’era! Tutta quell’oscurità dietro di lei. Bonnie odiava realmente, realmente l’oscurità.
Lei sapeva troppo bene che le cose che immaginava sarebbero potute venirne fuori. Anche se la sua parte razionale di mente aveva accettato che non c’erano cose come vampiri, streghe, lupi mannari eccetera, non era così sicura riguardo ai fantasmi. Aveva visto alcuni fantasmi nella sua vita ed era difficile convincersi che fossero solo frutto dei rimasugli dei suoi sogni.
Non avresti mai dovuto prendere un libro sullo spiritualismo, la sgridò la sua testa. Ti ha fatto venire tutte questo genere di idee. Ora in qualche parte dentro di te credi veramente di essere paranormale. Grazie a Dio non hai detto a nessuno questa cosa. Cosa direbbero Caroline e Meredith? Cosa penserebbe Raymond, il tuo attuale ragazzo, dimmi? E ancora più importante, cosa direbbe Elena?
Ma nonna MacLachlan, sapeva sempre dove trovare le chiavi e i telecomandi della TV perduti, e sapeva sempre quando il telefono stava per squillare – lei aveva guardato seriamente la mano di Bonnie nella sua ultima visita oltre - Atlantico.
“ Una vita piena di avvenimenti eccitanti”, aveva detto, lentamente e pensierosamente, “ma non una vita di stabilità. E tu hai la Vista, ragazza mia. Molto più acuta di tutti i MacLachlan prima di te. Aggiunta ai talenti dei MacCullough, e -” aveva guardato bruscamente Bonnie, che a 13 anni sarebbe stata molto più volentieri a giocare con i suoi a amici, o a classificare ragazzi. “ Vuoi fare attenzione a quello che ti stò dicendo, ragazza?”
Bonnie scosse i suoi ampi e rossi capelli, guardando nei seri, vecchi e grigi occhi che di solito brillavano deliziati sui suoi nipoti o guardavano pacatamente il panorama distante. Ora quegl’occhi grigi stavano rimuginando, preoccupandosi di Bonnie.
“No,” disse la nonna, “ tu non lo capisci ora. Ma lo farai, bambina mia. Quando sarai più grande, lo capirai”.
Bene, Bonnie interruppe il suo meditare, non ho tempo di ‘capire’ ora. Devo ‘comprendere’ Caterina D’Aragona. E devo fare in fretta. Prese un libro, e lo sfogliò fino al primo Post-it che trovò.
La figura a cui apparteneva la voce gutturale e la figura a cui apparteneva la voce marcata stavano giacendo ancora, sazi, ma infastiditi nella loro testa.
“ Gradirei vedere adesso la ragazza che è in quell’edificio”, uggiolò la voce marcata.
Ci fu il suono acuto di uno schiaffo.
“Vuoi rovinare ogni cosa, dopo tutta la nostra ricerca?” domandò la voce gutturale.
“Vuoi forse rompere una finestra, azionando un allarme?Bene fai pure – non avrai nessun aiuto da me. Io sarò solo una faccia tra la folla. Ti prenderai tutta la colpa sia per il ragazzo che per la ragazza.”
La voce marcata tirò su col naso “ io non intendevo dire che volevo fare qualcosa nella biblioteca. Volevo solo annusare dalle porte e dalle finestre.”
Ci fu il suono di un altro schiaffo acuto, ed un piagnucolio. “Conosco i tuoi sniffamenti”, ringhiò la voce gutturale. “Finiscono sempre in scalpitii e indiscrezioni e vetri rotti, e poi tu dici, ‘Bene dal momento che il vetro è rotto, io entro. Idiota!”
Per un po’ non ci fu nessun rumore eccetto il suono di un osso scheggiato e un risucchio come se si stesse estraendo il midollo.
“In quesdo modo noi ci medderemmo nei guai?” chiese finalmente la voce marcata. Per il naso del suo proprietario, il colpo, non era stato solo doloroso, ma anche disabilitativo. Chi potrebbe odorare con un naso pieno di sangue che si raggruma? Se lo strofinò dolcemente.
“Te l’ho detto e ridetto! Noi saremmo nella prossima contea, nel prossimo stato prima che la ragazza venga data per dispersa. Avremo molto tempo per scappare!”
Ci fu una pausa e poi la voce marcata disse lentamente, “Ma – chi verrà ad aprire la libreria? Avrà un allarme - ”
“La donna, idiota! Nei giorni feriali, viene prima l’uomo e apre le porte. Nei fine settimana viene la donna ad aprirle. Dopo l’alba lei verrà e noi avremo sia lei che la ragazza. Faremo aprire la porta dalla donna; poi costringeremo lei e la ragazza ad entrare nella nostra macchina. Vive o morte, verranno con noi, e noi saremo in qualche luogo sicuro prima che qualcuno cominci a cercarle. Il venerdì non sono molti gli studenti che si aggirano per la biblioteca.”
Ci fu una pausa. Poi, timidamente, la voce marcata, disse “Ma se qualcuno viene con la donna?”
“Dividi e conquista. Non sarà la prima volta che ne prendiamo tre.” Il brontolone era evidentemente stufo di ricevere domande.
“Ma…”
“Ma, ma, ma! Questa è la cosa migliore o potrei darti un calcio nel sedere!” Un momento di pausa, poi, lentamente “ Ma… l’uomo ha chiuso la porta. Deve avere la stessa chiave che ha la donna. Potremmo essere capaci di spegnere l’allarme. Potremmo avere la ragazza per” – ci fu il suono di un risucchio, un rumore fatto come quando si beve, come una cannuccia che raschia il fondo di un bicchiere – “per ore. Capisci. Potremmo fare… dei giochi.”
Ci fu una lunga pausa poi il gutturale, ringhiando, parlò di nuovo. Ma sembrò meno irritato, addirittura meno stridulo, tanto che rispose, “Non è una cattiva idea. Probabilmente vuol dire che dovremo rinunciare alla donna - ”
“Ma la ragazza!” anelò il lupo mannaro con la voce marcata. “Lei sarà così dolce… e i giochi che potremo fare nel buio…” Ci fu un suono di come qualcuno che sbavava.
“Va bene! Va bene!” ansimò la voce gutturale. “ Ma prima dobbiamo trovare le chiavi, Signor Grande Colpo”.
“Le ho già trovate!” uggiolò trionfante la voce marcata. “Come faremo con tutto questo. Dovremmo trasformarci?”
“Staremo così, trasformati a metà”, disse il brontolone e fece la sua risata gutturale. “Quando lei ci vedrà così diventerà matta dalla paura.”
La voce marcata rise, una risata ringhiosa. “Potremmo giocare al ragazzo bravo e a quello cattivo. Lei si butterà dritta fra le nostre braccia.”
“Lei griderà”, raspò il brontolone, “Grida e implorazioni. Non arriverà nessun aiuto. Nessun aiuto”.
Prese la chiave dalla voce marcata e si avvicinarono quietamente alla biblioteca in punta di piedi. Poi mise la chiave nella porta.