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Nessie*Cri
icon12  view post Posted on 19/11/2009, 14:23




Ragazze avrei deciso di mettere questo nuovo topic, per fa trascrivere a ognuno le parti di Donnie che ci sono piaciute di più,, anche se sono pochine non ci importe :shifty:

Ecco la mia : :P

Il cielo era coperto e minaccioso, ma la serata era tiepida. Un vento
leggero agitava appena gli alberi di noce nero dietro la casa di Vickie. Il
monotono frinire dei grilli sembrava fondersi in un silenzio più ampio.
Il profumo del caprifoglio riempì le narici di Bonnie. Batté leggermente
contro il vetro della finestra di Vickie, sbirciando attraverso la fessura fra
le tende.
Nessuna risposta. Riuscì a distinguere una sagoma sul letto e una massa
scarmigliata di capelli castani che emergeva da sotto le coperte. Anche
Vickie si era addormentata.
Ferma fuori della finestra, Bonnie sentì addensarsi il silenzio intorno a
lei. I grilli tacevano, e gli alberi erano immobili. Eppure si stava sforzando
di percepire qualcosa di cui lei avvertiva la presenza.
Non sono sola, si rese conto.
Nessuno dei normali cinque sensi glielo confermò. Ma il suo sesto
senso, di recente risvegliato dalla presenza di un Potere, non sbagliava e le
fece correre brividi lungo le braccia e un senso di gelo su per la spina
dorsale. C'era... qualcosa... lì vicino. Qualcosa... che la osservava.
Si girò lentamente, attenta a non fare il minimo rumore. Se ci fosse
riuscita, forse non l'avrebbe afferrata, qualunque cosa fosse. Forse non
l'avrebbe notata.
Il silenzio si era fatto assoluto, micidiale. Le rimbombava nelle orecchie
insieme al battito del suo cuore. Continuava a figurarsi cosa sarebbe potuto
sbucare fuori urlando da quel silenzio, da un momento all'altro.
Qualcosa con mani calde e sudaticce, pensò, fissando l'oscurità in cui era
immerso il giardino sul retro. Non vedeva altro che nero su grigio, nero su
nero. Ogni sagoma poteva essere una minaccia, e ogni ombra sembrava
muoversi. Qualcosa con mani calde e sudaticce e braccia abbastanza forti
da stritolarla...
Lo schianto di un ramoscello spezzato riecheggiò dentro di lei come un
colpo di fucile. Si girò di scatto in quella direzione, gli occhi e le orecchie
all'erta. Ma intorno a lei c'era solo oscurità e silenzio.
Dita le sfiorarono la nuca.
Bonnie si girò rapidamente, quasi cadendo, sul punto di svenire. Era
troppo terrorizzata per gridare. Quando vide chi era stato, lo shock le fece
quasi perdere conoscenza e sentì mancarle le forze. Si sarebbe accasciata
al suolo se lui non l'avesse afferrata e sorretta.
«Sembri spaventata», disse dolcemente Damon.
Bonnie scosse la testa, senza riuscire a dire una parola. Si sentiva ancora
sul punto di svenire, ma cercò comunque di allontanarsi da lui.
Il giovane non serrò la sua stretta, ma non la lasciò neanche andare. E
tentando di divincolarsi sortì lo stesso effetto che avrebbe ottenuto
provando a buttare giù a mani nude un muro di mattoni. Alla fine Bonnie
si arrese, cercando di calmare il suo respiro.
«Hai paura di me?», disse Damon. Le sorrise con aria di rimprovero,
come se condividessero un segreto. «Non devi averne».
Come era riuscita Elena a gestire tutto questo? Ma naturalmente Elena
non ci era riuscita, si rese conto Bonnie. Alla fine aveva ceduto a Damon.
Lui aveva avuto la meglio e ne aveva approfittato.
Il giovane mollò la presa su un braccio per seguire, con un delicato gesto
della mano, la curva del labbro superiore di Bonnie. «Credo che dovrei
andarmene», le disse, «per non spaventarti ulteriormente. Lo desideri
davvero?».
Come un coniglio di fronte a un serpente, pensò Bonnie. Ecco quel che
prova un coniglio. Solo che non credo che mi ucciderà. Ma penso che
potrei morire per conto mio. Sentì che le gambe avrebbero potuto cedere
da un momento all'altro, come se stesse per crollare. Una fremente ondata
di calore la percorse.
Inventati qualcosa... in fretta. Quei neri occhi insondabili stavano
riempiendo il suo universo. Le sembrò di vedere le stelle dentro di essi.
Pensa. Alla svelta.
Elena non approverebbe, pensò, proprio mentre le labbra di Damon
sfiorarono le sue. Sì, bisognava darci un taglio. Ma il problema era che non
aveva la forza di dirlo. Sentì aumentare quell'ondata di calore, che affluì in
ogni parte di lei, dalla punta delle dita fino alle piante dei piedi. Le labbra
di Damon erano fresche, come seta, ma tutto il resto le comunicava calore.
Non c'era da aver paura; doveva solo lasciarsi andare e farsi trasportare. La
invase una sensazione di dolcezza...
«Che diavolo succede qui?».
Quella voce ruppe il silenzio, spezzò l'incantesimo. Bonnie trasalì e
scoprì che riusciva a girare la testa. Matt era fermo all'estremità del cortile,
con i pugni stretti, gli occhi come due schegge di ghiaccio blu. Così gelidi
da risultare roventi.
«Allontanati da lei», intimò Matt.

Dal diario del vampiro - La messa nera <3
 
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view post Posted on 19/11/2009, 14:30
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PARABATAI


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MAAAAAAAAAAAAAAAAT XDXD lo ammazzo io XDXD ha rovinato il momento più fantastico di tutti ç_____________ç disgraziatooo >.<
 
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Nessie*Cri
view post Posted on 19/11/2009, 14:31




xD la tua parte preferita qual'è? *O*
 
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view post Posted on 19/11/2009, 14:38
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PARABATAI


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ora posto *-*

Ci fu, per Damon, un crac palpabile se non udibile, come se la pietra che racchiudeva il suo animo si fosse crepata e un grosso pezzo fosse rotolato via. Mentre qualcosa dentro di lui cantava, strinse Bonnie a sè. La tenne stretta come se ne avesse bisogno per il suo sangue.. come se si trovassero nel mare in tempesta e lasciare la presa significasse perderla. Sulla pietra le crepe aumentavano, sarebbe esplosa del tutto, facendo uscire il Damon che aveva dentro.

questa è la primissima *___________*


 
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´december
view post Posted on 19/11/2009, 14:46




la mia invece è tutta quella in cui Damon la salva. Solo che quel libro me l'hanno prestato -.- quindi non posso ricopiarla qui xD
 
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(katherìne)
view post Posted on 19/11/2009, 18:27




ce ne sono tante, soprattutto ne Il Risveglio, è un Donnie autentico quel libro *-*
 
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Nessie*Cri
view post Posted on 19/11/2009, 20:17




Già *-* Ehm.. in realtà il mio racconto preferito su i due potrebbe essere After Hours ma non l'ho letto quindi .. xDD
 
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damonbonny
view post Posted on 19/11/2009, 20:28




Io adoro tutte le poche scene in cui ci sono loro due .
Speriamo che LJS ci delizi con tante altre scene, ovviamente con Mutt molto lontano !!!!!
 
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Nessie*Cri
view post Posted on 21/11/2009, 13:51




Mutt è carino però nei confronti di Bonnie ^.^ Mo mi uccidono xDDD
 
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'bird
view post Posted on 21/11/2009, 14:23




a morte MUTT XDDDD -.-''
E queste citazioni sono bellissime, la mia preferita è quella che ha postato Sà<3
 
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Nessie*Cri
view post Posted on 21/11/2009, 15:14




Ecco il pezzo intero della vasca, la parte eidenziata è quando Damon si,, altera diciamo xD ( eccita ù.ù )


C'era a malapena spazio per tutti e tre nel minuscolo bagno, e Damon era l'unico a portare Bonnie. Fece scorrere l'acqua nell'antiquata vasca a quattro zampe, a una temperatura che i suoi raffinatissimi sensi avvertivano di cinque gradi superiore a quella attualmente glaciale di Bonnie. Cercò di spiegare a Elena cosa stesse facendo, ma lei sembrava aver perso interesse e si era messa a fluttuare tutt'intorno alla stanza di Stefan, simile a una Campanellino in gabbia. Continuava a urtare la finestra chiusa e a fiondarsi verso quella aperta, guardando fuori.
Che dilemma. Chiedere a Elena di svestire e immergere Bonnie nella vasca e rischiare che la mettesse a testa in giù? Oppure chiedere a Elena di svestirla e rimanere lì ad assisterli, ma senza toccare... a meno che non accadesse un disastro? E per di più, qualcuno doveva trovare la signora Flowers per farle preparare delle bevande calde. Scrivere un messaggio e mandare Elena? Da un momento all'altro avrebbero potuto esserci altre vittime lì dentro.
Poi Damon incrociò gli occhi di Elena e tutte le preoccupazioni insignificanti e banali sembrarono volatilizzarsi. Percepì le parole con la mente senza che gli passassero per le orecchie.
Aiutala: ti prego!
Ritornò nel bagno, adagiò Bonnie sullo spesso tappeto e la sgusciò come un gamberetto. Via la felpa, via il top estivo che portava sotto. Via il piccolo reggiseno: coppa A, notò tristemente, slacciandolo, cercando di non guardare Bonnie. Ma non poté fare a meno di vedere che i segni di puntura lasciati dall'albero erano ovunque.
Via i jeans, e poi un piccolo strattone perché aveva dovuto sedersi e sfilarle le scarpe da ginnastica alte, che portava allacciate strette, per far passare i jeans dalle caviglie. Via i calzini.
Si fermò. Bonnie era rimasta nuda tranne che per il sangue e le mutandine di seta rosa. La sollevò e la mise nella vasca, inzuppandosi anche lui. I vampiri facevano bagni con il sangue delle vergini, ma solo quelli veramente pazzi ci provavano.
L'acqua nella vasca da bagno si tinse di rosa quando vi immerse Bonnie. Continuò a tener aperto il rubinetto perché la vasca era molto grande, e tornò a sedersi per esaminare la situazione. L'albero le aveva iniettato qualcosa con i suoi aghi. Qualunque cosa fosse, di certo non era buona. Dunque doveva essere estratta. La soluzione più ragionevole era succhiare la sostanza come se fosse veleno di serpente, ma esitava a provare, voleva essere sicuro che Elena non gli avrebbe fracassato il cranio se l'avesse trovato a succhiare sistematicamente sangue dal corpo di Bonnie.
Avrebbe dovuto optare per la seconda soluzione più adatta. L'acqua insanguinata non nascondeva il minuscolo corpo di Bonnie, ma almeno serviva a rendere indistinti i dettagli. Con una mano, Damon resse la testa di Bonnie contro il bordo della vasca, mentre con l'altra cominciò a strizzarle e massaggiarle un braccio per far uscire il veleno.
Seppe che stava facendo la cosa giusta quando avverti l'odore resinoso del pino. Era così denso e viscoso che non si era dissolto nel corpo di Bonnie. In questo modo ne stava facendo uscire una piccola quantità, ma bastava?
Con cautela, controllando la porta e allertando al massimo i suoi sensi, Damon portò alle labbra la mano di Bonnie come se volesse baciarla. Invece, prese in bocca il suo polso e, reprimendo ogni istinto che aveva di mordere, si limitò a succhiare.
Sputò quasi immediatamente. Aveva la bocca piena di resina. Decisamente il massaggio non bastava. Anche la suzione, se fosse riuscito a trovare due dozzine di vampiri e li avesse attaccati come sanguisughe al piccolo corpo di Bonnie, non sarebbe stata sufficiente.
Si sedette sui talloni e la guardò, quella donna-bambina fatalmente avvelenata che lui aveva giurato di salvare. Per la prima volta, si rese conto che era bagnato fino alla vita. Lanciò uno sguardo irritato al cielo e si scrollò di dosso il bomber nero.
Cosa poteva fare? A Bonnie serviva un antidoto, ma lui non aveva idea di quale avesse bisogno, e non conosceva nessuna strega a cui chiederlo. La signora Flowers aveva familiarità con il sapere occulto? E in questo caso, l'avrebbe aiutato? O non era che un'eccentrica vecchia signora? Esisteva un farmaco per gli umani? Avrebbe potuto affidarla ai suoi simili e lasciare che provassero con la loro goffa scienza – portarla all'ospedale –, ma avrebbero avuto a che fare con una ragazza avvelenata dall'Altro Lato, dai luoghi oscuri che non avrebbero mai potuto vedere né comprendere.
Distrattamente, si era strofinato un asciugamano sulle braccia, le mani e la maglietta nera. Ora, guardando l'asciugamano, decise che Bonnie meritava almeno un po' di decoro, soprattutto perché non gli veniva in mente altro da fare. Immerse l'asciugamano, lo aprì e lo spinse sott'acqua per coprire Bonnie dalla gola ai piedi. In alcuni punti galleggiava, in altri aderiva, ma bene o male fu utile.
Rialzò la temperatura dell'acqua, ma non servì. Bonnie si irrigidiva come se fosse davvero morta, pur giovane com'era. I suoi pari in Italia avevano ragione, pensò, una femmina così era una fanciulla, non più una ragazzina, non ancora una donna. Era più che mai un termine adatto, poiché qualsiasi vampiro avrebbe potuto dire che era una fanciulla, cioè una vergine, in entrambi i sensi.
E tutto questo era accaduto sotto il suo naso. L'adescamento, la caccia in branco, la meravigliosa tecnica e sincronia: avevano ucciso quella fanciulla mentre lui era rimasto a guardare. Meritavano un applauso.
Lentamente, dentro di sé, Damon sentiva crescere qualcosa. Si era animato quando aveva pensato all'audacia del malach, che era andato a caccia dei suoi umani proprio sotto il suo naso. Non si chiese perché il gruppo nell'automobile fosse diventato quello dei "suoi umani": supponeva di poterli definire in questo modo per il fatto che erano stati così vicini ultimamente da sembrare a sua disposizione, sia che fossero vissuti o che fossero morti, o che fossero diventati vampiri come lui. E la strana sensazione era cresciuta improvvisamente quando aveva pensato al modo in cui il malach aveva manipolato i suoi pensieri, portandolo fino a una beata contemplazione della morte in termini assoluti, mentre una morte reale avveniva proprio sotto i suoi piedi. E ora stava dando in escandescenze perché quel giorno era stato preso in giro troppe volte. Era davvero insopportabile...
...e poi si trattava di Bonnie...
Bonnie, che non aveva mai fatto del male a... a una mosca per cattiveria. Bonnie, che era come un gattino che faceva agguati a prede improbabili. Bonnie, con i capelli di un colore detto fragola, ma che sembravano semplicemente in fiamme. Bonnie dalla pelle luminosa, con i delicati fiordi ed estuari violetti delle vene sulla gola e le braccia. Bonnie, che ultimamente aveva cominciato a guardarlo di traverso con i suoi occhioni da bambina, grandi e marroni, nascosti da ciglia simili a stelle...
Le mandibole e i canini gli dolevano, e la bocca era come in fiamme dopo quella resina velenosa. Ma tutto quello si poteva ignorare, perché era tormentato da un altro pensiero.
Bonnie aveva invocato il suo aiuto per quasi mezz'ora prima di cedere alle tenebre.
Era una cosa che bisognava dire e tener presente. Bonnie aveva chiamato Stefan... che era troppo lontano e occupato con il suo angelo... ma aveva chiamato anche Damon e aveva implorato il suo aiuto.
E lui l'aveva ignorata. Con tre amici di Elena ai suoi piedi, lui aveva ignorato le loro agonie, aveva ignorato i convulsi appelli di Bonnie affinché non li lasciasse morire.
Generalmente, dopo una cosa del genere tagliava la corda. Ma in qualche modo era rimasto lì e ancora assaporava le amare conseguenze del suo gesto.
Damon si allungò all'indietro con gli occhi chiusi, cercando di ignorare il fortissimo odore di sangue e quello stantio di... qualcosa.
Corrugò la fronte e si guardò attorno. La stanza era pulita perfino negli angoli. Niente di ammuffito. Ma l'odore c'era ancora.
E poi ricordò.



12
Gli tornò in mente tutto: gli stretti corridoi e le minuscole finestre e l'odore stantio di vecchi libri. Era stato in Belgio circa cinquant'anni prima, ed era rimasto sorpreso di trovare ancora un libro scritto in inglese su un argomento del genere. Ma era lì, con la copertina consunta di un brunito color ruggine, senza più scritte, se mai ce ne fossero state. All'interno mancavano delle pagine, così nessuno avrebbe mai saputo chi fosse l'autore o quale fosse il titolo, ammesso che fossero stati stampati. Ogni "ricetta" – formula, o incantesimo, o sortilegio – implicava un sapere proibito.
Damon riusciva a ricordare la formula più facile: "Tu, o Sangue di Salicornia o Pipistrello buon rimedio sarai per tutti i Malanni o le Ingiurie Fatte da coloro che Danzano nei Boschi durante il Lunicorno".
Questi malach avevano senz'altro fatto dei danni nei boschi, ed era il mese del Lunicorno, il "solstizio d'estate" nella Lingua Antica. Damon non voleva lasciare Bonnie, e certamente non voleva che Elena vedesse quello che stava per fare. Continuando a reggere la testa di Bonnie fuori dall'acqua rossastra, si aprì la camicia. In un fodero, al suo fianco, portava un lucente coltello di legno di carpino. Lo estrasse e, con un unico e rapido gesto, si tagliò alla base della gola.
Sangue a profusione. Il problema era come farlo bere a lei. Rinfoderato il coltello, la tirò fuori dall'acqua e cercò di portare le sue labbra alla ferita.
No, è una vera idiozia, pensò, con insolita autocritica. Prenderà di nuovo freddo e non c'è modo di riuscire a farle ingoiare nulla. Immerse nuovamente Bonnie nell'acqua e rifletté. Sfoderò di nuovo il coltello e fece un altro taglio: stavolta sul braccio, all'altezza del polso. Seguì la vena fino a che il sangue non solo gocciolò, ma uscì abbondantemente. Poi accostò il polso alle labbra socchiuse di Bonnie, sistemandole la testa con l'altra mano. Le sue labbra erano semiaperte e il sangue rosso scuro defluiva meravigliosamente. Di tanto in tanto Bonnie deglutiva. C'era ancora della vita in lei.
È proprio come nutrire un uccellino, pensò, tremendamente compiaciuto della sua memoria, della sua ingegnosità e... be', di se stesso.
Sul suo volto brillò un sorriso, rivolto a nulla in particolare.
Ora doveva solo sperare che funzionasse.
Damon si spostò leggermente per stare più comodo e riaprì il rubinetto dell'acqua calda, sempre sostenendo Bonnie, nutrendola, e tutto questo, lo sapeva bene, con grazia e senza un movimento superfluo. Questa era bella. Sfiorava quasi il ridicolo. Qui, in questo momento, un vampiro non stava succhiando sangue da un umano ma cercava di salvarlo da morte certa nutrendolo con sangue vampiresco.
Ma c'era di più. Aveva seguito ogni sorta di tradizione e usanza umana cercando di spogliare Bonnie senza compromettere la sua modestia virginale. Era eccitante. Certo, aveva visto comunque il suo corpo, non c'era stato modo di evitarlo. Ma era davvero molto più entusiasmante quando provava a seguire le regole. Non l'aveva mai fatto prima.
Forse era così che Stefan si eccitava. No, Stefan aveva Elena, che era stata umana, vampiro e spirito invisibile, e ora, a quanto pare, era un angelo vivente, se mai fosse stato possibile. Elena era abbastanza eccitante di suo. Eppure erano minuti che non pensava a lei. Un vero e proprio record.
Avrebbe fatto meglio a chiamarla, le avrebbe potuto spiegare come stavano le cose, così avrebbe capito che non c'era motivo di fracassargli il cranio. Avrebbe probabilmente fatto un'impressione migliore.
All'improvviso Damon si rese conto che non riusciva a percepire l'aura di Elena nella stanza di Stefan. Ma prima che potesse indagare ci fu uno schianto, poi un forte rumore di passi, e di nuovo uno schianto, molto più vicino. E poi la porta del bagno fu spalancata con un calcio da Mortale Assillante Terribile...
Matt avanzò minaccioso, inciampò in qualcosa e guardò in basso per vedere cos'era. Le guance abbronzate si inondarono di un improvviso rossore. Aveva in mano il piccolo reggiseno rosa di Bonnie. Lo lasciò cadere quasi fosse un animale che mordeva, lo raccolse di nuovo e si girò di scatto, andando a sbattere contro Stefan che stava entrando. Damon rimase a guardare divertito.
«Come si uccidono, Stefan? Serve un paletto? Puoi tenerlo mentre... sangue! Le sta facendo bere sangue!». Matt si interruppe, come se volesse attaccare Damon da solo. Pessima idea, pensò Damon.
Matt lo guardò fisso negli occhi. Faccia a faccia con il mostro, pensò Damon, ancora più divertito. «Lasciala... andare». Matt parlava lentamente, forse con l'intenzione di sembrare minaccioso, e invece dava l'impressione, pensò Damon, che stesse parlando con un ritardato mentale.
Misero Uomo Tu Tartagli, disse fra sé Damon. Ma così veniva fuori... «Mutt!», disse forte, scuotendo leggermente la testa. Ma forse così se lo sarebbe ricordato in futuro.
«Mutt? Stai chiamando...? Dio, Stefan, ti prego aiutami a ucciderlo! Ha ucciso Bonnie». Le parole uscirono dalla bocca di Matt in un unico getto, un solo respiro. Tristemente, Damon vide il suo ultimo acronimo svanire.
Stefan era sorprendentemente calmo. Scostò Matt e disse: «Vai a sederti con Elena e Meredith». Non era affatto un suggerimento, poi si rivolse a suo fratello: «Tu non hai preso il suo sangue», disse, e questa non era una domanda.
«Tracannare veleno? Non è il mio genere di divertimento, fratellino».
Un angolo della bocca di Stefan si sollevò in una smorfia. Non rispose, ma guardò semplicemente Damon con gli occhi di chi conosce bene la verità. Damon si risentì.
«Ma è vero!».
«Diventerà un tuo hobby?».
Damon cominciò a lasciare Bonnie, pensando di rimetterla nell'acqua insanguinata e andarsene da quel buco, ma...
Ma. Lei era il suo uccellino. Aveva ingoiato abbastanza del suo sangue, al punto che, continuando, in lei si sarebbe manifestato il Cambiamento. E se la quantità di sangue che le aveva già dato non si era dimostrata sufficiente, allora non era il rimedio adatto. E poi, l'uomo dei miracoli era lì.
Richiuse il taglio sul braccio in modo che smettesse di sanguinare e cominciò a parlare...
E di nuovo, all'improvviso, la porta si aprì.
Questa volta era Meredith, e aveva il reggiseno di Bonnie. Sia Stefan che Damon si spaventarono. Meredith, pensò Damon, era una persona molto inquietante. Per lo meno, però, lei si prese il tempo, cosa che Mutt non aveva fatto, di guardare i vestiti calpestati sul pavimento del bagno. Disse a Stefan: «Come sta?». Altra cosa che Mutt non aveva fatto.
«Starà bene», disse Stefan, e Damon fu sorpreso della sua sensazione... non di sollievo, ma di lavoro ben fatto. In più, avrebbe evitato di farsi picchiare a morte da Stefan.
Meredith fece un respiro profondo e chiuse per un po' i suoi occhi terrificanti. Quando lo fece, il suo viso si soffuse di luce. Forse stava pregando. Erano passati secoli da quando Damon lo aveva fatto; e mai aveva ricevuto risposta alle sue preghiere.
Poi Meredith aprì gli occhi, si scosse e tornò ad avere un aspetto inquietante. Indicando il mucchio di vestiti sul pavimento, disse, lentamente ma con vigore: «Se il pezzo che si abbina a questo non è ancora sul corpo di Bonnie, saranno guai».
Sventolava il reggiseno incriminato come una bandiera.
Stefan sembrava confuso. Non capiva l'importanza della questione della lingerie mancante?, si chiedeva Damon. Come si poteva essere un tale... un tale sciocco distratto? Elena non indossava... mai? Damon sedeva paralizzato, troppo bloccato dalle immagini del suo mondo interiore per muoversi anche solo per un attimo. Poi, d'un tratto, parlò. Aveva la risposta all'enigma di Meredith.«Vuoi venire a controllare?», chiese, girando virtuosamente la testa.
«Sì, voglio farlo».
Continuò a darle le spalle mentre lei, accostatasi alla vasca, affondò la mano nell'acqua calda tinta di rosa e scosse leggermente l'asciugamano. La sentì emettere un sospiro di sollievo.
Quando si girò, lei disse: «C'è del sangue sulla tua bocca». I suoi occhi sembravano più scuri che mai.
Damon era sorpreso. Aveva forse morso la rossa per abitudine, senza rendersene conto, e poi se n'era dimenticato? Ma poi capì il motivo.
«Hai cercato di succhiare via il veleno, non è vero?», disse Stefan, lanciandogli un asciugamano da viso bianco. Damon si asciugò la parte che aveva guardato Meredith, finendo per impiastricciarsi la faccia di sangue. Non c'era da meravigliarsi che la bocca gli bruciasse. Quel veleno era davvero una robaccia, anche se non aveva sui vampiri lo stesso effetto che aveva sugli umani.
«Hai del sangue anche sulla gola», continuò Meredith.
«Esperimento fallito», disse Damon con un'alzata di spalle.
«E perciò ti sei tagliato il polso. Piuttosto profondamente».
«Per un umano, forse. È finita la conferenza stampa?».
Meredith si sciolse un po'. Lui riusciva a leggere la sua espressione e sorrise tra sé e sé. Edizione straordinaria! Edizione straordinaria! SCONFITTA LA TERRIFICANTE MEREDITH. Conosceva lo sguardo di coloro che avevano dovuto rinunciare a schiacciare Damon la noce.
Meredith riprese: «Posso portare qualcosa per far smettere di sanguinare la sua bocca? Qualcosa da bere, forse?».
Stefan aveva un aspetto semplicemente atterrito. Il suo problema – be', una parte di uno dei molteplici problemi di Stefan – era il fatto che considerava peccaminoso il nutrirsi. Anche solo parlarne.
Forse così era ancora più eccitante. La gente provava gusto per qualsiasi cosa fosse ritenuta peccaminosa, e questo valeva anche per i vampiri. Damon era contrariato. Come si faceva a tornare al tempo in cui tutto era peccaminoso? Perché era tristemente a corto di stimoli.
Girata di schiena, Meredith incuteva meno timore. Damon osò rispondere alla domanda riguardo a cosa potesse bere.
«Te, tesoro... tesoro».
«Un tesoro di troppo», disse, sibillina, Meredith, e prima che Damon potesse capire che si trattava semplicemente di un'osservazione linguistica e non di un commento sulla sua vita personale, lei era già andata via. Con il reggiseno di Bonnie.
A quel punto Stefan e Damon erano soli. Stefan si avvicinò di un passo, senza guardare la vasca. Non sai cosa ti perdi, zuccone, pensò Damon. Era quella la parola che prima non gli veniva in mente. Zuccone.
«Hai fatto molto per lei», disse Stefan. Sembrava trovasse difficile guardare sia Damon che la vasca. Questo gli lasciava molto poco da guardare. Scelse una parete.
«Mi hai detto che mi avresti picchiato se non l'avessi fatto. Non mi sono mai piaciute le botte». Scoccò uno dei suoi abbaglianti sorrisi a Stefan e lo mantenne fino a che il fratello non cominciò a voltarsi per guardarlo. A quel punto il sorriso si spense immediatamente.
«Hai fatto più del dovuto».
«Con te, fratellino, non si sa mai dove finisce il dovere. Dimmi, com'è l'infinito?».
Stefan sospirò. «Per lo meno non sei il classico bullo che infierisce quando ha la meglio».
«Mi stai invitando a "uscire", come si suol dire?»
«No, mi sto complimentando con te per aver salvato la vita di Bonnie».
«Non credevo di avere scelta. Ma, a proposito, come hai fatto a curare Meredith e... e... come hai fatto?»
«Elena li ha baciati. Non ti sei neanche accorto che se ne era andata? Li ho riportati qui, lei è scesa e ha respirato nella loro bocca, e questo li ha salvati. Da quello che ho visto, sembra che si stia lentamente trasformando da spirito in essere umano. Immagino che ci vorranno ancora pochi giorni, almeno a giudicare dai suoi progressi da quando si è risvegliata».
«Finalmente ora parla. Non molto, ma non si può avere tutto». Damon stava ricordando la visione dalla Porsche, con il tettuccio aperto ed Elena che ballonzolava come un palloncino. «Questa piccola rossa non ha detto una parola», aggiunse, querulo, Damon, e poi alzò le spalle. «Fa lo stesso».
«Perché, Damon? Perché non ammettere che tieni a lei, per lo meno abbastanza da mantenerla in vita... e senza neanche molestarla? Sapevi che non poteva permettersi di perdere sangue...».
«È stato un esperimento», spiegò, scrupoloso, Damon. E ora era finito. Bonnie si sarebbe svegliata o avrebbe dormito, sarebbe vissuta o morta, nelle mani di Stefan... non nelle sue. Era bagnato, si sentiva a disagio, era passato fin troppo tempo dal suo pasto notturno ed era affamato e nervoso. Gli doleva la bocca. «Prendile tu la testa, adesso», disse bruscamente. «Io sto andando via. Tu ed Elena e... Mutt potete finire...».
«Si chiama Matt, Damon. Non è difficile da ricordare».
«Lo è se non hai nessun interesse in assoluto per lui. Ci sono troppe deliziose signore nei paraggi perché lui non sia che l'ultima spiaggia per uno spuntino».
Stefan colpì forte la parete. Il pugno passò attraverso il vecchio intonaco. «Dannazione, Damon, gli umani non sono solo questo».
«È tutto ciò che chiedo loro».
«Tu non chiedi. Questo è il problema».
«Era un eufemismo. È tutto ciò che intendo prendere da loro, allora. Sicuramente è tutto quello che mi interessa. Non cercare di far finta che ci sia di più. Non ha senso cercare un fondamento a una bella bugia».
Il pugno di Stefan partì. Era il pugno sinistro, e Damon reggeva la testa di Bonnie da quel lato, così che non poté piegarsi con grazia come normalmente avrebbe fatto. Lei era priva di sensi; avrebbe potuto riempirsi i polmoni d'acqua e morire immediatamente. Chi poteva dirlo con quegli umani, soprattutto quando erano stati avvelenati?
Così, fece in modo da concentrare tutte le sue difese sul lato destro del mento. Pensava di poter resistere a un cazzotto, nonostante provenisse da Stefan Nuova Versione, senza mollare la presa sulla ragazza, anche se Stefan gli avesse rotto la mandibola.
Il pugno di Stefan si fermò a pochi millimetri dalla faccia di Damon.
Ci fu un momento di pausa; i due fratelli, lontani mezzo metro l'uno dall'altro, si guardarono.
Stefan fece un profondo respiro e tornò a sedersi. «Adesso lo ammetti?».
Damon era sinceramente stupito. «Ammettere cosa?»
«Che ti importa un po' di loro. Abbastanza da prenderti un cazzotto piuttosto che far andare sott'acqua Bonnie».
Damon lo guardò, poi cominciò a ridere, scoprendo di non riuscire a fermarsi.
Stefan lo guardò a sua volta. Poi chiuse gli occhi, allontanandosi addolorato.
Damon aveva un attacco di ridarella. «E tu p-pensi che mi s-sia importato di una piccola u-u-u...».
«Perché l'hai fatto, allora?», disse stancamente Stefan.
«U-un capriccio. Te-te l'ho detto. Solo un ca-ca... ah ahah...». Damon si accasciò, stordito per la mancanza di cibo e per le tante emozioni.
La testa di Bonnie andò sott'acqua.
Entrambi i vampiri si gettarono su di lei, l'uno cozzando contro la testa dell'altro quando si scontrarono al centro della vasca. Caddero all'indietro, intontiti.
Damon non rideva più. Anzi, ora lottava come una tigre per tirare la ragazza fuori dall'acqua. Stefan faceva la stessa cosa, e con i suoi nuovi riflessi acuiti sembrava vicino a riuscirci. Ma era proprio come Damon aveva pensato neanche un'ora prima... nessuno dei due aveva preso in considerazione l'idea di collaborare per salvare la ragazza. Ognuno di loro cercava di farlo da solo, e uno ostacolava l'altro.
«Togliti di mezzo, moccioso», ringhiò Damon, quasi sibilando le parole.
«Non te ne frega niente di lei. Togliti tu di mezzo...».
Ci fu una specie di geyser e Bonnie riemerse all'improvviso, da sola. Sputò una boccata d'acqua e gridò: «Cosa sta succedendo?». Aveva un tono che avrebbe sciolto un cuore di pietra.
Cosa che accadde. Guardando il suo uccellino fradicio, che, istintivamente, stringeva a sé l'asciugamano, con i capelli di fiamma incollati alla testa e i grandi occhi marroni che ammiccavano tra i ciuffi, qualcosa nacque dentro Damon. Stefan era corso alla porta per dare agli altri la buona notizia. Per un istante furono solo loro due: Damon e Bonnie.
«Ha un sapore orribile», disse Bonnie tristemente, sputando altra acqua.
«Lo so», disse Damon guardandola. La nuova sensazione che stava provando gli era cresciuta nell'animo al punto che la pressione era quasi insopportabile. Quando Bonnie disse: «Ma sono viva!», con un brusco cambiamento d'umore a 180 gradi, e il viso a forma di cuore rosso di gioia, il violento moto d'orgoglio che Damon provò in risposta fu quasi inebriante. Era stato lui, solo lui, a riportarla indietro dall'orlo di una morte per assideramento. Il suo corpo pieno di veleno era stato curato da lui; era stato il suo sangue che aveva dissolto e disperso la tossina, il suo sangue...
E poi quella sensazione esplose.
Ci fu, per Damon, un crac palpabile se non udibile, come se la pietra che racchiudeva il suo animo si fosse crepata e un grosso pezzo fosse rotolato via.
Mentre qualcosa dentro di lui cantava, strinse Bonnie a sé, sentendo l'asciugamano bagnato attraverso la camicia di seta cruda, e il delicato corpo di Bonnie sotto l'asciugamano. Una fanciulla, decisamente, non una bambina, pensò in preda a una vertigine, in barba a quello che era scritto su quel famigerato pezzetto di nylon rosa. La tenne stretta come se ne avesse bisogno per il suo sangue... come se si trovassero nel mare in tempesta e lasciare la presa significasse perderla.
Il collo gli faceva un male terribile, ma sulla pietra le crepe aumentavano; sarebbe esplosa del tutto, facendo uscire il Damon che aveva dentro: e lui era troppo inebriato di orgoglio e gioia per preoccuparsene. Le crepe si spandevano in ogni direzione, facendo volare pezzi di pietra...
Bonnie lo spinse via...
 
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view post Posted on 21/11/2009, 15:27
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PARABATAI


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ullalàààààààààààààà XDXDXD
mi piace rileggerlo ogni volta *____________*
CITAZIONE
Ma c'era di più. Aveva seguito ogni sorta di tradizione e usanza umana cercando di spogliare Bonnie senza compromettere la sua modestia virginale. Era eccitante.

anche questo XDXD
 
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'bird
view post Posted on 21/11/2009, 15:27




quanto è bello questo pezzo<33
 
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Nessie*Cri
view post Posted on 21/11/2009, 15:46




già anche quello bonnie ù.ù
 
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view post Posted on 26/11/2009, 16:20
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PARABATAI


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a grande richiesta ecco il pezzo dove Damon salva Bonnie XD
non badate agli errori ù.u sono sdraiata sul letto con il pc sulla pancia,sono comprensibili XD

"Damon! Guarda giù...guarda Bonnie!"
Niente fino a quel momento era stato in grado di rompere la concentrazione di Damon: sembrava determitato a scorpire dove fosse tenuto Stefan...o a uccidere Shinichi.
Adesso,sorprendendo Elena,la testa di Damon scattò immediatamente.Guardò in basso.
"Una gabbia",urlò Shinichi. "Costruiscimi una gabbia"
E i rami dell'albero si piegarono in tutti i lati per bloccare lui e Damon nel loro piccolo mondo:un reticolo per trattenerli.
Gli Uomini-Albero si pegarono all'indietro ancora di più. E,contro la sua volontà,Bonnie gridò.
Fu allora che Damon sembrò davvero impazzire.Cominciò a muoversi come l'argento vivo,come una fiamma guizzante,come un animale i cui riflessi erano di gran lunga più veloci si quelli di Shinichi.
Ora c'era una spada nella sua mano,indubbiamente fatta apparire con l'aiuto della chiave magica,e con quella cominciò a tagliare ramin,proprio mentre questi si allungavano per intrappolarlo.
Poi si staccò da terra,saltando oltre la rinhiera per la seconda volta quella notte.
Stavolta l'equilibrio di Damon fu perfetto,e anzichè rompersi le ossa,fece un atterraggio aggraziato e felino proprio accanto a Bonnie. E cominciò a menare fendenti con la spada,formando un arco intorno a Bonnie,e le punte coriacee dei rami simili a dita,che la tenevano ferma furono recise di netto.
Un attimo dopo,Bonnie veniva sollevata e presa tra le braccia di Damon,che balzò agilmente giù dal rozzo altare e si perse nelle ombre nei dintorni della casa.


contente dears??XD
 
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39 replies since 19/11/2009, 14:23   1525 views
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