*.* che sei brava tesòòòòòòòòòòò!
Ok ora tocca a me
TERZO CAPITOLO
Fosse facile seguire una lezione a cui ho assistitio miliardi di volte. Forse avrei dovuto alzarmi da quel banco e urlare al professore che no! non erano morte migliaia di persone nella seconda guerra mondiale come aveva detto lui, ma milioni! Idiota Idiota Idiota!!
Io ero stato fortunato! La mia pelle pallida mi aveva permesso di passare per tedesco, ma dannazione... avevo visto cadere tante di quelle vite! Ho sempre pensato che gli umani fossero stupidi, ma durante le guerre, sembra che diventino completamente imbecilli! Ci sono le malattie, le calamità naturali, i rischi di tutti i giorni, il surriscaldamento globale, lo scioglimento dei ghiacciai, la mancanza d'acqua, i problemi del terzo mondo, la tecnologia mal funzionante, meidicinali scadenti... insomma! Con tutti questi problemi, l'ultima cosa che devono fare è uccidersi a vicenda! Uff... Sospirai.
"Noiosa vero?". Quasi non sentii la domanda, ed evidentemente risposi pur senza ricordarlo, perché la ragazza accanto a me iniziò a bisbigliare cose tipo "Già, il Kierkard è una vera palla! Pensa che a volte, sembra perfino che dia ragione ai tedeschi per il casino che hanno combinato" e alle sue battute rideva sola.
Quando la lezione fu finita, ancora non sapevo chi mi aveva rivolto la parola, probabilmente sarebbe stato più educato sorriderle, o sorridergli (chissà! magari era un maschio), ma non ero dell'umore. Riuscivo pensare soltanto a quella giornata che sembrava infinita! E beh... lo dovevo ammettere. Ogni tanto mi ritornava in mente il dolce sguardo di quella ragazza dai riccioli neri. Era ..carina. No, non carina. Perché lei era bella, ma non in maniera provocante. Cioè, forse sapeva pure essere provocante ma... Oh Dio! Sospirai. Non riuscivo a descriverla. Era "kawaii", come dicono in Giappone. E letteralmente sarebbe qualcosa di dolce, carino e indifeso. Ma lei non era carina. Era propria bella! Bella in maniera dolce e indifesa. Anche se non era indifesa. Non sembrava, aveva una strana luce negli occhi. Era combattiva. Ma dolce. Passai qualche minuto camminando per il corridoio a cercare di descrivere la miriade di sensazioni che mi aveva dato la ragazza. Decisi infine che lei era: carina, ma anche bella, dolce, ma anche combattiva. Insomma... Semplice. Proprio come me!
Sorrisi a me stesso di quella battuta a dir poco idiota. Andai al mio armadietto e guardai l'orologio. Mancavano ancora 10 minuti alla lezione successiva.
"Ehi!" salutò una voce molto acuta. Mi voltai verso una ragazza dai capelli neri e mossi, alta, slanciata e graziosa, più o meno (più meno che più) ma con un brutto paio di scarpe. Da jogging. Rosse. Ble.
"Ehi" dissi non con il suo stesso entusiasmo.
"Non ti ricordi di me?" disse come se fosse sconvolta di questo. Dovevo ricordarmi di lei? Ma dove l'avevo incontrata? Un paio di scarpe del genere le avrei ricordate!
"S-sono Tara. Eravamo alla lezione di storia insieme prima". Per come lo disse, mi pentii di non averle prestato attenzione. Più che pentirmi io... mi faceva un po' di pena. Era visibilmente dispiaciuta, come se si aspettasse che da un momento all'altro le avrei detto "levati dalle palle!". Ma mi ero ripromesso di essere educato e di non dare problemi a nessuno. Più o meno (sempre più meno che più).
"Perdonami Tara. Oggi ho la testa fra le nuvole. Sono proprio mortificato! Ti prego di perdonarmi!" mi scusai, in maniera molto cavalleresca e le baciai la mano con gli occhi impazienti come se stessi in attesa che lei smettesse di odiarmi. Come se mi interessare... agliagliai.
Il suo viso però prese colore, e mi mostrò un sorriso così grande, che in confronto l'africa era piccola.
"Oh ma no, figurati! Anzi, mi spiace di averti disturbato durante la lezione. Sai, a me piace tanto parlare"(me ne ero accorto)" e spero che possiamo diventare amici! Non devi averne molti visto che sei appena arrivato, e"(mi prendi per un pezzo di asociale brutta bastarda?!) "sarebbe grandioso se volessi frequentarmi...". Rimasi un po' sorpreso. Con quanta facilità era passata dal considerarmi un perfetto asociale a voler uscire con me. Le donne di oggi...
Ma forse si accorse della gaff perché disse subito dopo: "O-Oh. V-volevo dire frequentar
ci. Frequentare me e il mio gruppo! I-intendevo questo!".
Dai..tutto sommato si era saputa riprendere.
A quel punto, ero veramente stanco di parlarle. Decisi di essere sgarbato, quel tanto che bastava per farla andare via, ma anche abbastanza educato per poter far finta che fosse lei a fraintendere tutto.
Così non risposi a quell'idea sul
frequentarla. Quando aggiunse "Allora...vieni a pranzo con noi?", io risposi, (voltandomi con un effetto rallenty molto figo, se devo essere sincero) e poi dissi "e chi sarebbe il tuo gruppo?".
Mancava poco che scappasse via e iniziasse a fare finta di non conoscermi per la vergogna. Quando un "Ehi Tara!" ruppe il silenzio che si era creato, e fece voltare la sorrisomane davanti a me.
"Ciao Phoeby!!" restituì l'entusiasmo Tara.
E sorpresa delle sorprese, ad averla salutata era stata la mia dolce, combattiva, bella e carina principessa. Quindi si chiamava Phoeby...Interessante!
Cercai di non apparire troppo interessato nel vederla, anche perché distruggere Tara così era proprio... crudele!
Phoeby mi fissò per un attimo come se avesse timore di starmi troppo vicino. In effetti nel modo di scherzare con Tara fece un passo indietro.
Non lo mostravo ma in testa ero più o meno O.O. Si questa espressione. "Qualcosa non va?" disse Tara rivolgendosi a me. Ok ok, forse dopotutto un po' lo mostravo.
"Oh giusto! Phoeby, questo è Duncan Rouger. Viene dal Canada ed è un nuovo studente della nostra scuola!". Tara mi presentò come una guida turistica fa con i reperti archeologici. Immaginai di sentirle dire "e ora passiamo al prossimo reperto, maschio bianco, francese, 22 anni, single signore". Ok, più che una guida turistica con reperti archeologici, era una di quelli che si mettono su un palco e iniziano a battere gli oggetti alle aste. Subito dopo pensai se qualche riccastra avrebbe speso mezzo milione per me. Ma si perchè no!
Phoeby la guardò più o meno mostrando quello che pensavo io. Carina. Molto carina.
"E Duncan, questa è mia cugina Phoeby!" Continuò imperterrita Tara. Mi sporsi a prenderle la mano per baciargliela, ma la ritirò. Poi lei prese la mia mano e me la strinse. Aveva una stretta vigorosa, nonostante l'esile figura. Come immaginavo, era un tipo combattivo.
Ma mi aveva lasciato perplesso. Lasciò subito la mia mano. "Non ti piace la galenteria?" chiesi con un sorriso un po' sardonico, ma lei mi prese sul serio. Tanto che rispose con altrettanta serietà. "La trovo superatà".
"Quindi sei quel tipo che rutta e che non usa per favore o grazie?" chiesi, così per gioco. Tanto per vedere dove poteva arrivare.
"Cosa?!".
"Dici che trovi l'educazione superata..."
"Non l'educazione. Ma la galanteria. Il principio stesso che l'uomo debba prendersi cura della donna perché essa è debole. E' sbagliato e immaturo. Come se una ragazza non fosse in grado di spostarsi la sedia da sola a tavola...".
TERZO CAPITOLO
Fosse facile seguire una lezione a cui ho assistito miliardi di volte. Forse avrei dovuto alzarmi da quel banco e urlare al professore che no! non erano morte migliaia di persone nella seconda guerra mondiale come aveva detto lui, ma milioni! Idiota Idiota Idiota!!
Io ero stato fortunato! La mia pelle pallida mi aveva permesso di passare per tedesco, ma dannazione... avevo visto cadere tante di quelle vite! Ho sempre pensato che gli umani fossero stupidi, ma durante le guerre, sembra che diventino completamente imbecilli! Ci sono le malattie, le calamità naturali, i rischi di tutti i giorni, il surriscaldamento globale, lo scioglimento dei ghiacciai, la mancanza d'acqua, i problemi del terzo mondo, la tecnologia mal funzionante, medicinali scadenti... insomma! Con tutti questi problemi, l'ultima cosa che devono fare è uccidersi a vicenda! Uff... Sospirai.
"Noiosa vero?". Quasi non sentii la domanda, ed evidentemente risposi pur senza ricordarlo, perché la ragazza accanto a me iniziò a bisbigliare cose tipo "Già, il Kierkard è una vera palla! Pensa che a volte, sembra perfino che dia ragione ai tedeschi per il casino che hanno combinato" e alle sue battute rideva sola.
Quando la lezione fu finita, ancora non sapevo chi mi aveva rivolto la parola, probabilmente sarebbe stato più educato sorriderle, o sorridergli (chissà! magari era un maschio), ma non ero dell'umore. Riuscivo pensare soltanto a quella giornata che sembrava infinita! E beh... lo dovevo ammettere. Ogni tanto mi ritornava in mente il dolce sguardo di quella ragazza dai riccioli neri. Era ..carina. No, non carina. Perché lei era bella, ma non in maniera provocante. Cioè, forse sapeva pure essere provocante ma... Oh Dio! Sospirai. Non riuscivo a descriverla. Era "kawaii", come dicono in Giappone. E letteralmente sarebbe qualcosa di dolce, carino e indifeso. Ma lei non era carina. Era propria bella! Bella in maniera dolce e indifesa. Anche se non era indifesa. Non sembrava, aveva una strana luce negli occhi. Era combattiva. Ma dolce. Passai qualche minuto camminando per il corridoio a cercare di descrivere la miriade di sensazioni che mi aveva dato la ragazza. Decisi infine che lei era: carina, ma anche bella, dolce, ma anche combattiva. Insomma... Semplice. Proprio come me!
Sorrisi a me stesso di quella battuta a dir poco idiota. Andai al mio armadietto e guardai l'orologio. Mancavano ancora 10 minuti alla lezione successiva.
"Ehi!" salutò una voce molto acuta. Mi voltai verso una ragazza dai capelli neri e mossi, alta, slanciata e graziosa, più o meno (più meno che più) ma con un brutto paio di scarpe. Da jogging. Rosse. Ble.
"Ehi" dissi non con il suo stesso entusiasmo.
"Non ti ricordi di me?" disse come se fosse sconvolta di questo. Dovevo ricordarmi di lei? Ma dove l'avevo incontrata? Un paio di scarpe del genere le avrei ricordate!
"S-sono Tara. Eravamo alla lezione di storia insieme prima". Per come lo disse, mi pentii di non averle prestato attenzione. Più che pentirmi io... mi faceva un po' di pena. Era visibilmente dispiaciuta, come se si aspettasse che da un momento all'altro le avrei detto "levati dalle palle!". Ma mi ero ripromesso di essere educato e di non dare problemi a nessuno. Più o meno (sempre più meno che più).
"Perdonami Tara. Oggi ho la testa fra le nuvole. Sono proprio mortificato! Ti prego di perdonarmi!" mi scusai, in maniera molto cavalleresca e le baciai la mano con gli occhi impazienti come se stessi in attesa che lei smettesse di odiarmi. Come se mi interessare... agliagliai.
Il suo viso però prese colore, e mi mostrò un sorriso così grande, che in confronto l'africa era piccola.
"Oh ma no, figurati! Anzi, mi spiace di averti disturbato durante la lezione. Sai, a me piace tanto parlare"(me ne ero accorto)" e spero che possiamo diventare amici! Non devi averne molti visto che sei appena arrivato, e"(mi prendi per un pezzo di asociale brutta bastarda?!) "sarebbe grandioso se volessi frequentarmi...". Rimasi un po' sorpreso. Con quanta facilità era passata dal considerarmi un perfetto asociale a voler uscire con me. Le donne di oggi...
Ma forse si accorse della gaff perché disse subito dopo: "O-Oh. V-volevo dire frequentar
ci. Frequentare me e il mio gruppo! I-intendevo questo!".
Dai..tutto sommato si era saputa riprendere.
A quel punto, ero veramente stanco di parlarle. Decisi di essere sgarbato, quel tanto che bastava per farla andare via, ma anche abbastanza educato per poter far finta che fosse lei a fraintendere tutto.
Così non risposi a quell'idea sul
frequentarla. Quando aggiunse "Allora...vieni a pranzo con noi?", io risposi, (voltandomi con un effetto rallenty molto figo, se devo essere sincero) e poi dissi "e chi sarebbe il tuo gruppo?".
Mancava poco che scappasse via e iniziasse a fare finta di non conoscermi per la vergogna. Quando un "Ehi Tara!" ruppe il silenzio che si era creato, e fece voltare la sorrisomane davanti a me.
"Ciao Phoeby!!" restituì l'entusiasmo Tara.
E sorpresa delle sorprese, ad averla salutata era stata la mia dolce, combattiva, bella e carina principessa. Quindi si chiamava Phoeby...Interessante!
Cercai di non apparire troppo interessato nel vederla, anche perché distruggere Tara così era proprio... crudele!
Phoeby mi fissò per un attimo come se avesse timore di starmi troppo vicino. In effetti nel modo di scherzare con Tara fece un passo indietro.
Non lo mostravo ma in testa ero più o meno O.O. Si questa espressione. "Qualcosa non va?" disse Tara rivolgendosi a me. Ok ok, forse dopotutto un po' lo mostravo.
"Oh giusto! Phoeby, questo è Duncan Rouger. Viene dal Canada ed è un nuovo studente della nostra scuola!". Tara mi presentò come una guida turistica fa con i reperti archeologici. Immaginai di sentirle dire "e ora passiamo al prossimo reperto, maschio bianco, francese, 22 anni, single signore". Ok, più che una guida turistica con reperti archeologici, era una di quelli che si mettono su un palco e iniziano a battere gli oggetti alle aste. Subito dopo pensai se qualche riccastra avrebbe speso mezzo milione per me. Ma si perché no!
Phoeby la guardò più o meno mostrando quello che pensavo io. Carina. Molto carina.
"E Duncan, questa è mia cugina Phoeby!" Continuò imperterrita Tara. Mi sporsi a prenderle la mano per baciargliela, ma la ritirò. Poi lei prese la mia mano e me la strinse. Aveva una stretta vigorosa, nonostante l'esile figura. Come immaginavo, era un tipo combattivo.
Ma mi aveva lasciato perplesso. Lasciò subito la mia mano. "Non ti piace la galanteria?" chiesi con un sorriso un po' sardonico, ma lei mi prese sul serio. Tanto che rispose con altrettanta serietà. "La trovo superata".
"Quindi sei quel tipo che rutta e che non usa per favore o grazie?" chiesi, così per gioco. Tanto per vedere dove poteva arrivare.
"Cosa?!".
"Dici che trovi l'educazione superata..."
"Non l'educazione. Ma la galanteria. Il principio stesso che l'uomo debba prendersi cura della donna perché essa è debole. E' sbagliato e immaturo. Come se una ragazza non fosse in grado di spostarsi la sedia da sola a tavola...”
"Oh, ora capisco. Sei una rompiscatole" dissi come se la cosa non mi sorprendesse affatto.
"Rompiscatole?! Piuttosto femminista!!" era arrabbiata. Oh poveri noi!
"Femminista... femminista..." mormorai quella parola col tono di chi sente per la prima volta un insulto.
"Già, femminismo! Ne hai mai sentito parlare?"-
"Non è quella cosa che ha ucciso il romanticismo?". A questa battuta, Phoeby rimase un po' ghiacciata. Non se l'aspettava. Anche da sorpresa, era MOLTO carina. Quando parlò, aveva lo sguardo basso ed era imbarazzata "N-no, è s-solo che...".
Le presi la mano ma fui attento a non sporgermi prima di avere il suo consenso. Mi fissò negli occhi per un momento. "Permettimi di essere
sbagliato e immaturo, mia graziosa dama" dissi. Abbassò gli occhi e le baciai la mano. Fu forse la mia immaginazione, ma sentii un brivido che le correva lungo la schiena..a lei, e a me.
Ritirò di scatto la mano. Riprese un po' di compostezza. Forse mi si vedeva la soddisfazione in viso perché sorridendo mi disse "Non ti abituare".
Salutò la cugina, e mi guardò un paio di volte mentre si allontanava. Bella, carina, intelligente, forte, combattiva... Più la incontravo più aggettivi si aggiungevano.
Tara, che era rimasta zitta per tutto il battibecco, mi disse "Non dirmi che ti piace?!" con un misto di eccitazione estrema e delusione...altrettanto estrema. Pardòn, Tara!
"Oh no. Sciocchezze ma è interessante".
Guardai Tara negli occhi. "Scommetto che lo sei anche tu. Peccato non poterci conoscere meglio. Qui a scuola, purtroppo non abbiamo tanto tempo per parlare".
Tara sembrò tornare in vita dopo un lungo viaggio in paradiso. Ok, stavo flirtando con lei. E ok, lo stavo facendo per poter avere altre opportunità sicure di parlare con Phoeby. Ma ehy! Io non illudo nessuno, regalo solo dolci sogni.
"Che ne dici di domani sera' C'è un mega festone!".
"Mi sembra geniale!". Mi feci dare indirizzo ed orari. Quando sentii che stava per dire una cosa tipo "potremmo andarci insieme", la campanella mi salvò e feci finta di non sentire, salutai e mi allontanai velocemente.
Thank You, Tara!