Ho appena finito di scrivere il capitolo 4, diciamo che questo è un pò di "transizione" ma dovevo farlo per spiegare alcune cose..buona letturaaa xD
e grazie dei commenti donneh! <3
CAPITOLO QUATTRO
- Bonnie apri questa porta! –
- Non vi conviene..sono contagiosa! –
Meredith era sul punto di buttare giù la porta, avere l’influenza non implicava il fatto di barricarsi in camera per giorni.
- Oh andiamo! Apri! –
- Sto male! Davvero! – Bonnie fece finta di tossire, ma non era mai stata un granchè come attrice a dirla tutta.
- Matt e Stefan sono andati via! E ti ho sentita piangere, non negarlo! Apri o butto giù la porta Bonnie McCullough!
Il tono di Meredith era di per sé sempre stato sicuro e deciso, ma in quel momento avrebbe intimorito chiunque; anche Damon.. pensò Bonnie, e ci mancò poco che riscoppiasse a piangere.
Non era per lui che non si faceva vedere da giorni dai suoi amici spacciandosi per malata?
Pensava potesse funzionare, infondo era di stagione.
Si trascinò fino alla porta di malavoglia e con un po’ di fatica, non mangiare le aveva tolto le poche forze di cui disponeva.
Con un gesto della mano Bonnie girò la chiave e tornò a buttarsi fra le lenzuola impregnate delle sue lacrime salate.
Meredith sospirò, stanca di urlare, e lentamente aprì la porta.
Non aveva mai visto in quel modo la camera di Bonnie, sempre così ordinata.
I vestiti erano sparsi per terra, le coperte ingarbugliate, la finestra spalancata. E Bonnie rannicchiata sul letto, a gambe incrociate, avvolta in una coperta in pile rossa come i suoi capelli, e con indosso solo una maglietta nera decisamente larga e la biancheria intima.
Meredith scosse la testa e si affrettò a chiudere la finestra.
- Mi stupisco che non ti sia venuta sul serio la febbre! –
Bonnie non l’aveva ancora guardata, non si era mossa di un centimetro dalla sua posizione, continuava a nascondere il viso fra le mani piccole.
Non aveva la minima idea di cosa dire a Meredith, sapeva solo che doveva parlare prima di esplodere.
Il suo cuore e la sua testa non riuscivano più a contenere tutte quelle emozioni, volevano solo svuotarsi, per una volta sentirsi davvero vuoti.
- Bonnie..? –
La ragazza sentì il leggero inclinarsi del materasso e subito le mani delicate di Meredith che cercavano di scoprirle il viso.
Bonnie non si oppose, la lasciò fare, e le lasciò vedere il suo viso solcato dalle lacrime, e da qualcosa che era come se la corrodesse dentro.
Le braccia lunghe di Meredith strinsero il corpicino tremante di Bonnie, e lentamente l’accolse al suo petto, come una madre fa quando consola il proprio figlio.
- Cosa è successo Bonnie? – le chiese come in un soffio, sapeva che riempirla e aggredirla con precise domande non avrebbe risolto niente, Bonnie sarebbe stata solo peggio.
Meredith l’aveva sempre vista come una sorella minore, una creatura indifesa e bisognosa di protezione, una creatura da trattare con estrema dolcezza. Ma nell’ultimo periodo Meredith l’aveva vista crescere, diventare indipendente e brillante come non lo era mai stata.
Perciò si chiedeva cosa poteva essere successo di così terribile da ridurla a quel modo, proprio quanto tutto era finito, ed era tornato alla normalità, per quanto normale potesse essere la vita a Fell’s Church.
Bonnie non rispose subito, prima si accoccolò fra le braccia dell’amica per cercare le parole giuste, per spiegarle perché l’aveva fatto. Per spiegarlo anche a sé stessa.
- Io..due giorni fa.. –
- Avanti, puoi parlare con me, lo sai –
Bonnie sollevò il capo e trovò il viso rassicurante di Meredith, e si chiese come potesse mai vivere senza quel viso.
- Due notti fa, Damon è venuto qui.. – Bonnie si bloccò fissando l’amica, che le fece cenno di andare avanti nella sua maschera indecifrabile.
Ma Bonnie era sicura di aver visto una scintilla nei suoi occhi quando aveva nominato il vampiro, come se Meredith si aspettasse tutto quello che stava per dirle.
La ragazza dai riccioli rossi chiuse gli occhi e respirò profondamente – Io sono stata con Damon..ci sono stata a letto, abbiamo fatto l’amore..dillo come vuoi, ma lui subito dopo è andato via. Mi ha detto che tutto sarebbe tornato come prima e.. –
- Oh Bonnie.. –
Meredith l’abbracciò senza che la facesse finire di parlare. Ma Bonnie aveva altro da dire, molto altro.
- Damon..è difficile resistergli lo sappiamo, è stato difficile anche per Elena che è saldamente innamorata di Stef.. –
- Aspetta. Meredith, io sapevo cosa facevo, lo sapevo. Volevo farlo. Ho visto in lui qualcosa di diverso..ti giuro Meredith era diverso, i suoi occhi erano..erano..oh Meredith! Forse dovrei parlargli! –
Bonnie stava iniziando a pensare lucidamente. Avrebbe dovuto parlare con Meredith due giorni prima.
Aveva semplicemente bisogno di parlare, tirare fuori tutto, riordinare i pezzi e comporre il puzzle.
In quel momento stava iniziando a riordinare i pezzi, ma per farlo del tutto aveva bisogno di parlare con lui.
La ragazza sentì come un impeto, una nuova forza, una consapevolezza che d’un tratto l’aveva fatta svegliare da quel torpore.
Bonnie si alzò, scostando Meredith non troppo delicatamente, e prendendo dei vestiti a caso dall’armadio.
- Bonnie.. –
- Non adesso Meredith, sto cercando di sentire la sua aurea, devo raggiungerlo e parlargli –
- Bonnie per favore.. –
- Non mi farà nulla stai tranquilla – la tranquillizzò Bonnie voltandosi con le labbra leggermente incurvate in un sorriso.
Ma Meredith non aveva bisogno di essere tranquillizzata, Meredith doveva solo trovare il coraggio di parlare, o una pausa di Bonnie per respirare dove infilare il suo discorso.
- Bonnie ascoltami! –
Finalmente Bonnie si fermò.
Lentamente posò i vestiti sul letto, e si bloccò a fissare Meredith, con una certa fretta, non sapendo che a breve avrebbe sperato di avere più tempo prima di apprendere quella notizia.
- Bonnie, Damon è andato via –
- Lo so, te l’ho appena detto –
- No Bonnie, lui è andato via..per sempre. Ha lasciato un biglietto a Elena –
Anche Meredith in quel momento, non riuscì a rimanere impassibile di fronte all’espressione di Bonnie, alla sofferenza di Bonnie.
Ricordò perfettamente il momento in cui, alle prime luci del mattino, nel cortile del Pensionato, aveva incontrato Damon.
Non si era nemmeno accorto di lei, così assorto nei suoi pensieri, così triste. Non credeva di averlo visto mai così vulnerabile in vita sua.
E Bonnie in quel momento aveva la stessa, identica, espressione, mentre si lasciava andare in ginocchio sul pavimento.
Meredith era andata per aiutarla, e in quel momento era peggio di come l’aveva trovata.
Accasciata sul pavimento, con il respiro accelerato, lo sguardo perso nel vuoto, senza tracce di lacrime; e quella era la cosa peggiore.
- Bonnie, devi dimenticarlo – disse Meredith stringendo di nuovo Bonnie al suo petto.